Cantami, o Diva

Progetto Miti senza tempo
«Cantami, o Diva»
L’Iliade, l’Odissea, l’Eneide:
temi, storie, personaggi di tre grandi classici (di ieri e di oggi)

con Giuseppe Zanetto, Andrea Capra, Laura Pepe

letture di Maria Antonietta Centoducati, Franco Ferrari 

I tre grandi poemi epici della letteratura antica cominciano con una invocazione alla Musa, alla quale il poeta chiede ispirazione e assistenza. Nel caso dell’epica greca arcaica, questa mossa iniziale è giustificata dalla convinzione che la materia del canto venga al poeta per dono divino: il cantore è la voce della Musa, che garantisce la “verità” dell’esecuzione poetica. Per Virgilio, naturalmente, l’apostrofe alla Musa è una convenzione letteraria: è una “etichetta” di genere con la quale il poeta latino si propone, fin dai primi versi, come erede e emulo della grande tradizione omerica. In ogni caso, i tre poemi compongono una triade: raccontano, sia pure nella trasfigurazione del mito, eventi fondativi della storia greca e romana. L’Iliade è il poema identitario di una Grecia che “riparte” dopo la stasi dei secoli bui: la spedizione degli Achei contro Troia è il simbolo dello sforzo di un intero popolo. L’Odissea, con il racconto dei viaggi dell’eroe navigatore Odisseo, evoca l’epopea dei coloni, partiti dalle loro città per fondare nuovi insediamenti lungo tutte le coste del Mediterraneo,  l’Eneide, con la narrazione dell’arrivo in Italia di Enea, si propone di spiegare l’inarrestabile ascesa di Roma e la creazione del suo impero. Mito e storia si intrecciano in questi poemi, dalla forza e dal fascino inesauribile, che, nei secoli e ancora oggi, continuano a ispirare poeti, scrittori, artisti, registi e a dare vita a infinite riletture, traduzioni, riscritture …

lunedì 3 aprile 2023, ore 17.30 – Aula Magna Manodori, Palazzo Dossetti
Andrea Capra
Ulisse, l’eroe dei molti mondi

L’Odissea narra il ritorno a Itaca e la riscossa di Ulisse, anzi è lui stesso a raccontare, per l’incanto del pubblico, le sue avventure più famose, fra mostri sanguinari, seduzioni dolcissime e tabù da infrangere, fino al regno dei morti. La giustizia degli dèi, la vendetta, il confronto con l’altro sono solo alcuni dei temi esplorati nel poema. La vicenda di Telemaco, il figlio che non ha conosciuto il padre e cerca se stesso nella ricerca di lui, ritarda l’ingresso dell’eroe principale, che rimane a lungo una presenza assente. Quando lo troviamo prigioniero della bella Calipso e poi sballottato dai flutti nella terra dei Feaci, assistiamo a un’uscita dalla geografia e dalla storia, in un mondo fantastico dominato da una logica simbolica. Quando, poi, rientrerà nel mondo, Odisseo si troverà mendico e reietto nella sua stessa patria, un reietto in un mondo sostanzialmente post-eroico e assai lontano dai bagliori dell’Iliade. Ma l’eroe che sopravvive a ogni ostacolo grazie all’astuzia e al cuore paziente ritroverà, pur in un bagno di sangue, l’abbraccio della moglie, dei suoi cari, della sua terra che ha preferito persino all’immortalità. Una parabola che appare consapevolmente contraria e speculare a quella di Achille, e genera così un nuovo modello di eroe e di poesia. 

Andrea Capra insegna Letteratura greca nelle università di Durham e Milano. Diplomato alla Scuola Normale di Pisa e perfezionato alla Faculty of Classics di Cambridge, è stato fellow dello Harvard Center of Hellenic Studies e, più di recente, del Center for Hellenic studies di Princeton. Ha pubblicato due monografie platoniche, dedicate al Protagora e al Fedro. Ha adattato la sua traduzione commentata delle Ecclesiazuse di Aristofane per il festival di Siracusa (2013). Fra i progetti più recenti, in collaborazione, sta ultimando la stesura di una monografia su Luigi Settembrini filelleno. Sta anche curando, insieme ad altri studiosi, due volumi su Platone e la commedia e uno sulla nozione di intervisualità applicata alla letteratura greca antica.

lunedì 17 aprile 2023, ore 17.30 – Aula Magna Manodori, Palazzo Dossetti
Laura Pepe
Enea, il più umano degli eroi

Arma virumque cano, “canto l’uomo e le armi”: così inizia l’Eneide di Virgilio. E già queste tre parole indicano la chiara volontà di riprendere i temi principali dei due monumentali poemi di Omero. Le “armi”, chiaramente, sono quelle dell’Iliade, che per Virgilio saranno le battaglie che Enea deve combattere una volta giunto nel Lazio contro il re dei Rutuli Turno. L’“uomo” – il vir, l’uomo adulto e maturo, virile – richiama andra, prima parola dell’Odissea: come Odisseo anche Enea deve affrontare per volere del fato un lungo vagabondare sul mare prima di arrivare alla sua meta, le coste del Lazio. 
Ma il risultato non è affatto una scimmiottatura dei poemi di Omero. E non solo perché intento di Virgilio era quello di celebrare la grandezza di Roma dalle sue origini, ma anche perché l’Eneide finì, per lunghissimo tempo, per eclissare i suoi modelli. E perché restituisce inoltre la grandezza di un eroe, Enea, che è sì il pius, è sì il conquistatore, ma è, soprattutto, il più umano degli eroi. 

Laura Pepe insegna Istituzioni di diritto romano e Diritto greco antico all’Università degli Studi di Milano. Oltre a numerosi saggi accademici, ha curato per il “Corriere della Sera” la collana in 35 volumi Vita degli antichi, ed è autrice, per Laterza, di diversi saggi: Gli eroi bevono vino. Il mondo antico in un bicchiere (2018); La voce delle Sirene. I Greci e l’arte della persuasione(2020); Storie meravigliose di giovani greci (2022).

lunedì 8 maggio 2023, ore 17.30 – Aula Magna Manodori, Palazzo Dossetti
Giuseppe Zanetto
L’ira di Achille

L’Iliade racconta la guerra mossa dagli Achei, guidati da Agamennone, alla città di Troia: un fatto “storico” (come l’archeologia ha chiarito al di là di ogni dubbio), ma rielaborato liberamente dai cantastorie greci. Omero, peraltro, non fa una cronaca dei dieci anni del conflitto, ma opta per una narrazione selettiva. Sceglie infatti un episodio chiave della vicenda, l’ira di Achille, e su di esso costruisce l’intero poema. Questa scelta è artisticamente felice, perché permette di concentrare l’attenzione su pochi episodi, particolarmente densi di significato; in particolare, emerge con grande forza il personaggio di Achille, assoluto protagonista del poema. L’Iliade è la sua storia, ed è la sua “tragedia”. Da vero eroe tragico, Achille si illude di poter essere arbitro del proprio destino: esasperato per le offese di Agamennone, proclama di voler tornare in patria, per vivere in pace nella casa di suo padre, rinunciando alla gloria. Ma nessuno può sottrarsi alla sorte. La morte del suo amico più caro, Patroclo, lo costringe a restare, per vendicare il compagno. Achille rientra in battaglia, affronta in duello Ettore e l’uccide, e si consegna in questo modo a una morte che il destino ha preparato per lui nel giorno stesso della sua nascita.

Giuseppe Zanetto insegna Letteratura teatrale della Grecia antica all’Università Statale di Milano. Ha pubblicato edizioni degli Inni omerici, degli Uccelli di Aristofane, del Reso attribuito a Euripide; ha curato raccolte di testi e traduzioni commentate. Tra i suoi libri recenti, Siamo tutti greci è un percorso di “andata e ritorno” dal presente al passato, che spiega quanto la modernità sia debitrice alle invenzioni della Grecia antica; Miti di ieri, storie di oggi mostra la straordinaria attualità di tragedie messe in scena ad Atene più di duemila anni fa; L’Odissea di Omero (Feltrinelli Kids) è una riscrittura del poema di Ulisse affidata alla viva voce dei protagonisti.

Maria Antonietta Centoducati Diplomata presso l’ Accademia dei Filodrammatici di Milano, lavora attivamente come attrice e Performer, collabora con varie compagnie di prosa professioniste spaziando nel repertorio teatrale classico e storico, e nel teatro civile e sociale. Scrive lei stessa i testi degli spettacoli che interpreta.
Nel giugno 2021 ha vinto il prestigioso premio Concorso Autori Italiani 2021 indetto dalla rivista “Sipario” con il testo teatrale “Il canto dei colori” messo in scena dall’attore Sandro Lombardi e dal pianista Antonio Ballista. 

Franco Ferrari svolge da anni varie attività in ambito comunicativo con l’utilizzo di tecniche attoriali (lettura ad alta voce, narrazione, recitazione) per la veicolazione di contenuti culturali (presentazioni editoriali, divulgazione storica e artistica, concerti) in collaborazione con autori, editori, istituzioni e organizzazioni di vario tipo.

Contributo di iscrizione al corso: 25 euro
Iscrizioni da lunedì 6 marzo, anche con bonifico on line IBAN IT25D0200812834000100351436
Occorre essere iscritti alla LUC
Informazioni e iscrizioni LUC tel. 0522 452182
info@liberauniversitacrostolo.it
www.liberauniversitacrostolo.it
FB Libera Università Crostolo APS

Il corso è promosso dalla LUC
con il sostegno di Fondazione Manodori
in collaborazione con Unimore