L’Europa romantica e la diffusione del Realismo

L’Europa romantica e la diffusione del Realismo
a cura di
Luca Silingardi

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La riscoperta della fantasia e dell’irrazionalità, del sentimento e dell’ingenuità, in una fusione più intima tra uomo e natura, ma anche la progressiva riscoperta dell’identità nazionale e l’idealizzazione del mondo feudale e medievale, antigiacobino e antirivoluzionario, che affonda le proprie radici nel tardo Settecento e si impone nell’Ottocento, dal secondo decennio alla metà del secolo, in contrapposizione alla razionalità, al Classicismo e al cosmopolitismo settecenteschi, sono l’anima della nuova sensibilità romantica.
Filosofi e intellettuali si allontanano dai valori civili e politici affermati nel 1789, formulando e inquadrando concettualmente le spinte e le tendenze conservatrici – talvolta reazionarie – che si imposero nell’età della Restaurazione.
Il soggettivismo è la nota dominante di questa età, in cui l’artista creatore diviene simile a Dio.
Ribelle e bandito dalla società, l’eroe romantico è tormentato e mosso da un bruciante desiderio di creare, in una eterna insoddisfazione del presente e in una continua aspirazione ad altro, nel tempo e nello spazio, che si invera in uno stile eclettico: ispirato dallo storicismo neo medievale e non privo di citazioni di luoghi esotici.
Nella seconda metà dell’Ottocento, a seguito dei grandi cambiamenti sociali dovuti al rapido processo di industrializzazione, emergono sempre più forti le contraddizioni delle nascenti metropoli, in cui i più bassi strati sociali vivono in condizioni igienico-sanitarie insostenibili.
Il Realismo, con la sua forza di denuncia, si impone con la sua crudezza priva di idealizzazioni, privilegiando soggetti e temi legati alla vita e al lavoro delle classi più umili, arrivando alla realtà, al vero, attraverso la natura.

 

Contributo di partecipazione al corso 35 euro
Iscrizioni dal 1 settembre presso LUC e anche on line con bonifico bancario alla LUC IBAN IT25D0200812834000100351436
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