Scienza chiara, scienza scura


GIANFRANCO PACCHIONI
Scienza chiara, scienza scura. Verso un declino della scienza accademica?

Le scoperte scientifiche avvengono in silenzio, ma portano a tecnologie spesso radicalmente trasformative. Si pensa che queste scoperte avvengano nei laboratori di ricerca pubblici, nelle università e così in effetti è stato in passato, ma le cose stanno cambiando. Nuovi attori sono comparsi, i Big Tech, che puntano a un obiettivo molto ambizioso, il monopolio della conoscenza.
Grazie a profitti mostruosi, da anni i Big Tech investono in ricerca e sviluppo grazie ad acquisizioni di start-up e a laboratori di ricerca segreti con ricercatori eccellenti superpagati e risorse illimitate. I Big Tech hanno ampliato i propri orizzonti verso le tecnologie destinate a rivoluzionare il nostro domani: computer quantistico, crittografia, neuroscienze, interazione cervello-macchina, comunicazioni satellitari, esplorazione spaziale, ma soprattutto salute, genetica, biotecnologie. Senza dimenticare ovviamente l’intelligenza artificiale.
Tutto questo fuori da ogni controllo pubblico. Se a questo si aggiunge che una parte consistente dell’innovazione tecnologica proviene dalla ricerca militare, segreta per definizione, ecco che emergono due facce molto diverse della scienza contemporanea. Pubblica, aperta e trasparente da una parte, privata, riservata e inaccessibile dall’altra.
Insomma, scienza chiara e scienza oscura. Comprendere questo scenario è essenziale per garantire che la scienza possa essere a beneficio di tutti e contribuisca a diminuire le disuguaglianze, non ad aumentarle.

Venerdì 21 novembre, ore 17,30
Aula Magna Pietro Manodori
Palazzo Dossetti, Viale Allegri, 2 – Reggio Emilia