Penelope e le altre: madri, mogli, figlie


«Le donne dimmi, e le storie e gli amori».  Le figure femminili nel mondo degli eroi
con Giuseppe Zanetto, Andrea Capra, Cecilia Nobili; letture di Maria Antonietta Centoducati, Franco Ferrari

Penelope e le altre: madri, mogli, figlie

Nei poemi epici le donne sono molto spesso chiamate in causa come madri. Peraltro, nel mondo degli eroi il ruolo materno si iscrive in una rete complessa di relazioni e funzioni. C’è, sicuramente, un aspetto biologico: madre e figlio sono uniti da un rapporto fisico, che si traduce in un forte legame affettivo. Ma questa dimensione è sempre sussunta dentro un contesto più ampio. Il rapporto madre / figlio non è un’esperienza a due: la madre non è solo madre, è anche moglie, figlia, nuora, e la sua maternità si proietta in molteplici direzioni. Penelope ama teneramente Telemaco e veglia sulla sua sicurezza; sa che deve essere protetto, perché la sua fragilità lo espone a molteplici rischi. Ma dopo il ritorno del ragazzo a Itaca, l’atteggiamento della regina cambia. Il suo compito è esaurito: Telemaco è ormai un adulto capace di decidere in autonomia, ed è sempre più insofferente di ingerenze esterne. A lei ora è richiesto di lasciargli spazio, favorendo la sua salita al potere. Ecuba nell’Iliade è soprattutto la madre di Ettore; pensa a lui come al figlio uscito dal suo grembo, come al bimbo che ha succhiato la sua mammella; ma non può non pensarlo, anche, nei suoi altri ruoli di marito e di campione della comunità troiana. Nel lamento funebre la donna piange se stessa, per la perdita che ha subito, ma subito dopo ricorda l’importanza di Ettore per l’intera città. Persino in questo momento di lutto, dunque, l’affetto privato della madre si intreccia con l’immagine pubblica del figlio. Anche la madre di Odisseo, Anticlea, nella scena straziante del loro incontro nella Terra dei Morti, non trascura di menzionare Penelope e di richiamare Odisseo a ciò che lo attende nel mondo dei vivi, alle responsabilità familiari e politiche che gravano su di lui. Nell’Eneide, nel racconto dell’ultima notte di Troia, Enea ricorda la scomparsa della moglie Creusa e le ultime parole che lo spirito di lei pronuncia, esortandolo a proseguire con coraggio la sua vita.