Arianna ovvero dell’arte dell’abbandono


Silvia Romani

“Arianna la bella”: così Omero nell’Odisseadefinisce la figlia di Minosse. Celebre soprattutto per aver donato all’eroe ateniese Teseo il gomitolo di filo che lo porta fuori dal labirinto, Arianna sperimenta il peggiore degli abbandoni, tanto da aver dato luogo al proverbio “abbandonata in (n)asso”, dall’isola su cui molte fonti ambientano il brutto fattaccio della diserzione di Teseo.
Arianna è, anche, un modello sottile di femminilità: una femminilità silenziosa ma non per questo meno forte. Abbandonata dal suo amore, saprà riprendersi la scena, divenendo sposa di un dio e, da ultimo, mutandosi in stella brillante. La lezione verterà su alcune riflessioni intorno alla natura peculiare della femminilità di Arianna alla ricerca di punti di raccordo  o di discontinuità con l’oggi.