Dacia Maraini

Tra le più conosciute scrittrici italiane, è autrice di romanzi, racconti, opere teatrali, poesie e saggi, tradotti in oltre venti paesi. Il padre, Fosco Maraini, etnologo, vinta una borsa di studio, nel 1938 trasferisce la famiglia in Giappone per portare avanti uno studio sugli Hainu, una popolazione in via di estinzione stanziata nell’Hokkaido. Ma nel 1943 il governo giapponese, in base al patto d’alleanza stipulato con Italia e Germania, chiede ai coniugi Maraini di firmare l’adesione alla Repubblica di Salò, e poiché rifiutano, vengono internati insieme alle tre figlie in un campo di concentramento a Tokyo. Nella sua collezione di poesie “Mangiami pure”, del 1978, la futura scrittrice racconterà delle atroci privazioni e sofferenze di quegli anni. Rientrata in Italia, la famiglia Maraini si trasferisce in Sicilia. Quando Dacia diventa maggiorenne decide di andare a vivere a Roma con il padre, dove si mantiene come archivista, segretaria e giornalista, e comincia a collaborare con diverse testate quali «Paragone», «Nuovi Argomenti», «Il Mondo». Nel 1962 pubblica il suo primo romanzo, “La vacanza”. Comincia ad occuparsi anche di teatro. E’ del 1962 l’ incontro con Alberto Moravia. Continua a scrivere romanzi e testi teatrali negli anni 70 e negli anni 80, in cui escono romanzi di successo, tradotti in molte lingue, da alcuni vengono tratti anche film, come la “Storia di Piera”, scritto in collaborazione con Piera degli Esposti: Marco Ferreri ne ricaverà un fortunato film con Marcello Mastroianni. Ma la consacrazione letteraria avviene nel 1990, quando esce “La lunga vita di Marianna Ucrìa”, accolto molto positivamente dalla critica e dal pubblico e vincitore del premio Supercampiello. Nel 1993 viene pubblicato “Bagheria”, un appassionante viaggio autobiografico nei luoghi d’infanzia. Nel 1994 lo scritto “Voci”, anch’esso vincitore di molti premi letterari, offre una nuova interpretazione sul tema della violenza sulle donne. I grandi temi sociali, la vita delle donne, i problemi dell’infanzia sono ancora al centro delle sue opere successive: del 1999 è il libro di racconti “Buio”, che narra la violenza sull’infanzia in dodici toccanti storie: riceve il premio Strega. “Se amando troppo” (1998) raccoglie le poesie di Dacia Maraini scritte tra 1966 e il 1998.
Tra il 2000 e il 2001 vengono pubblicati: “Amata scrittura” (in cui svela con passione e umiltà i segreti del mestiere di scrittore), “Fare teatro” 1966-2000 (che raccoglie quasi tutte le sue opere teatrali) e “La nave per Kobe” (in cui rievoca l’esperienza infantile della prigionia in Giappone . Ancora estremamente prolifica, Dacia Maraini viaggia attraverso il mondo partecipando a conferenze, prime dei suoi spettacoli, presentazioni dei suoi libri. Nel 2008 ha pubblicato il romanzo “Il treno dell’ultima notte”, nel 2009 la raccolta di racconti “La ragazza di via Maqueda”, nel 2010 “La seduzione dell’altrove”, nel 2011 “La grande festa”, nel 2012 “L’amore rubato”. Del 2014 è “Chiara di Assisi. Elogio della disobbedienza” (Rizzoli); del 2015 “La bambina e il sognatore” (Rizzoli), mentre è del 2016 “Se un personaggio bussa alla mia porta” (Rai Eri). Ancora, nel 2017 esce “Tre donne”. Seguito da “Corpo felice” (Rizzoli, 2018) e “Trio” (Rizzoli, 2020). Con Chiara Valentini, per il Mulino ha pubblicato, “Il coraggio delle donne”.